L’energia solare non è mai stata brillante nelle reti elettriche d’Europa, tanto che i pannelli solari, per la prima volta, hanno garantito il 10%
della produzione elettrica nell’Unione Europea nei mesi di giugno e luglio 2021 con un totale di 39 TWh.
Nello stesso periodo le centrali alimentate a carbone, più inquinante e climalterante dei combustibili fossili, hanno generato il 14 % dell’elettricità europea 58 TWh.
Questi dati sono incoraggianti per il fotovoltaico.
Sette paesi europei hanno generato oltre il 13% della loro elettricità dai pannelli solari nei mesi di giugno luglio 2021:
Germania (17%); Paesi Bassi (17%); Spagna (16%); Italia (13%); Grecia (13%).
Invece otto sono gli Stati che hanno stabilito un nuovo record per il solare durante l’estate: Germania, Estonia, Paesi Bassi, Ungheria, Lituania, Polonia,
Spagna e Portogallo.
Stiamo assistendo ai primi segnali della rivoluzione solare in Europa in paesi come la Spagna, l’Ungheria, la Polonia e i Paesi Bassi.
In Italia, sono lenti i porgessi compiuti sul solare.
Nel 2020 in Italia, è diminuito il consumo finale lordo coperto da fonti rinnovabili, termiche elettriche e per i trasporti.
Oscillano attorno ai 20 Mtep dal 2012. Solo grazie alla riduzione dei consumi, nel 2020 la quota del consumo finale lordo, soddisfatto dalle rinnovabili è
arrivato al 20% (2019 era del 18,2%).
In particolare il fotovoltaico nell’Ue a 27 ha aggiunto 14 TWh di generazione solare ogni anno; la crescita annuale deve raddoppiare a 30 TWh per raggiungere
nuovi obiettivi climatici per il 2030.
Oggi produrre energia dalle centrali esistenti alimentate a carbone, è due volte più costoso rispetto a quella prodotta da impianti solari nuovi in Paesi come l’Italia,
la Germania, la Francia, la Spagna e il Regno Unito.
Nel nostro Paese, le rinnovabili riescono a coprire sol il 20% dei consumi elettrici totali e il 38% di quelli elettrici perché non ci sono abbastanza impianti per
rinunciare ai combustibili fossili.